Il Signore ti dia pace
Il 5 gennaio sarà ordinato sacerdote fra Emanuele Fiorella, ventisettenne barlettano. Affascinato dalla figura di San Francesco, sin da bambino, quand’era la nonna ad accompagnarlo in chiesa, pur frequentando la parrocchia di S. Agostino, fra Emanuele non ha mai avuto dubbi. Amore da sempre, amore a prima vista, quello che lo condurrà al traguardo finale ai piedi dell’altare dell’Immacolata quando pronuncerà e suggellerà per sempre il suo “Eccomi, Signore”.
Iniziato il suo cammino nel ’96 a Giovinazzo, compiuto l’anno di noviziato a Morano Calabro, l’anno di filosofia a Campobasso e i tre anni di teologia a Santa Fara, ora svolge il suo apostolato a Giovinazzo dove si occupa dell’animazione vocazionale e giovanile. Sulle orme di Francesco perché colpito dalla fraternità, il vivere la spiritualità della fraternità, la bellezza del trovarsi insieme, del comunicare, del sentirsi a casa, oltre che il contatto con la natura, un contatto da ritrovare oggi, l’importanza del “fuggire” per ritrovarsi immerso nel verde e vivere la natura come un libro.
In questi otto anni di cammino quelli che fra Emanuele chiama “dubbi ordinari” ci sono stati, ma sono quei dubbi che portano alla riflessione più forte e profonda ed anche oggi a poco tempo di distanza dal grande passo ci si chiede: “è questo che il Signore vuole da me?”. “L’essere sacerdote – dice fra Emanuele – è un dono immenso ed è una responsabilità, il diventarlo nell’anno dell’Eucaristia è una chiamata a rendermi conto che cambia la mia esistenza, sarò a contatto quotidiano con l’Eucaristia, è un riflettere sul mistero.
L’essere sacerdote è essere ponte tra la gente e Dio, perché l’Eucaristia la si vive e la si trasmette. Ciò che desidero da me stesso è di non fare tutto con superficialità ma un impegno a vivere tutto come se fosse sempre la prima volta, vivere l’oggi, la quotidianità perché ieri è passato, domani non lo so ma posso e devo vivere oggi, vivere lo stupore del quotidiano. Il giorno dell’ordinazione sarà il giorno della visita dei Magi che hanno seguito la stella. Quella stella è Gesù stesso che dice: “Io vi attiro”. Ecco, nel mondo ci sono tante stelle che conducono a metà del cammino, Gesù invece permette di raggiungere la meta. Questo lo vorrei dire a tutti i giovani.
Dopo la missione giovani mi son reso conto che i ragazzi sono vicini e convinti, loro non hanno bisogno di parole ma di testimoni, non hanno bisogno di sentirci parlare di Dio, ma di vederci parlare con Dio, e se ci pensiamo, le figure che hanno dato testimonianza hanno sempre riscosso molto seguito, vedi don Tonino Bello, Madre Teresa e lo stesso Padre Pio, il cui intervento è stato fondamentale nel mio cammino. Ciò che ho sempre ammirato di lui è l’attenzione per le persone, l’amore, il fatto di far crescere gli altri per le vie dello Spirito la cura e l’attenzione posta per la situazione concreta del tempo, oltre che l’impegno per la crescita e la cura delle anime”. Prima di salutarci fra Emanuele mi raccomanda d’annotare: “Ho un legame forte con la Madonna dello Sterpeto, Lei mi ha visto crescere ed ogni anno il 1° maggio, sin dall’età di cinque anni accompagnato dalla nonna, mi son sempre recato qui al Santuario. Per me è una caratteristica di barlettano, è un tramandare il patrimonio di devozione. La Madonna dello Sterpeto ha sempre e ovunque accompagnato il mio cammino”.
Caro Fra Emanuele, questo legame a noi non può che farci piacere e siamo sicuri che lo sguardo materno di Maria veglierà e guiderà i tuoi passi. Alla maniera di Francesco, in una sorta d’augurio, ti salutiamo dicendoti: “Il Signore ti dia pace!”.
Deborah Scaringella