Dove ora sorge il maestoso e moderno Santuario
diocesano di Maria SS. dello Sterpeto, a circa tre chilometri sulla
via che da Barletta porta a Trani, esisteva, sin dal Medioevo, un’antica
chiesetta, che, per tradizione, si ritiene facesse parte di un modesto
cenobio di monaci Basiliani.
Il più antico documento attestante la presenza in zona “Sterpeto” di
una chiesa dedicata alla Madre di Dio è del 1215. In esso il Papa Innocenzo
III confermava all’Arcivescovo di Trani la giurisdizione sul villaggio
dello Sterpeto.
Un secondo documento risale al 1249: si tratta di una lapide in marmo, attualmente
affissa sulla parete sinistra dell’abside del vecchio Santuario. È la
testimonianza della presenza allo Sterpeto di una comunità di Benedettini
di Monte Sacro sul Gargano.
A questi subentrarono i Cistercensi verso il 1258. Ma in seguito alla loro partenza
nel 1374 la chiesa andò lentamente in rovina. Sopravvisse solo una cappella
rurale: lo Sterpeto si ridusse ad un’azienda agricola, mentre il borgo
veniva raso al suolo dal condottiero Renzo da Ceri, a servizio del Re di Francia,
nel 1528.
Nella seconda metà del ‘500 la situazione cominciò a migliorare
con la venuta dei Frati Minori Francescani e, dopo questi, dei Benedettini di
Montecassino.
Dal 1670 la chiesa di S. Maria dello Sterpeto venne affidata al clero secolare
dalla Congregazione dei SS. Apostoli di Roma.
Una volta proclamata la Madonna dello Sterpeto Patrona e speciale Protettrice
di Barletta nel 1732, come riconoscimento di aver risparmiata la città dal
terribile terremoto di quell’anno, la vecchia chiesa, ridotta ormai a una
fatiscente cappella, venne demolita per far posto ad un nuovo edificio, che corrisponde
al vecchio Santuario, attualmente in via di accurato restauro.
Nella seconda metà del ‘700, per interessamento di una Deputazione
di cittadini barlettani, furono realizzati parecchi lavori, che conferirono al
sacro edificio l’aspetto di un vero santuario: due altari laterali dedicati
a S. Ruggero e alla S. Croce, compatroni della città; la spalliera in
marmo policromo, nella quale dal 1777 troneggia la sacra Icona della Vergine;
la cupola elevata in asse con l’altare maggiore; l’arco di trionfo
come ingresso al violone che, dalla statale 16, conduce al Santuario: sotto la
riproduzione in pittura della immagine della Madonna si legge una vibrante dedica
che ha tutto il sapore di un affidamento.
Nel fervore dei festeggiamenti per il secondo centenario (1732-1932) della proclamazione
della Madonna dello Sterpeto a Protettrice della città, fu progettato
e costruito un monastero accanto al Santuario, per accogliere il ritorno dei
Padri Cistercensi. I Padri vennero, ma la loro presenza durò appena quindici
anni.
Nel 1951 i Padri Giuseppini di Asti accettarono la direzione del Santuario, avviando
nuove realizzazioni strutturali e iniziative pastorali.
Intanto si avvertiva la necessità di un tempio che contenesse il numero
sempre crescente dei pellegrini. Nel 1968 si dava inizio alla costruzione del “nuovo
Santuario”, che veniva consacrato solennemente il 5 settembre 1977 dall’arcivescovo
della Diocesi, Mons. Giuseppe Carata.
L’edificio, pur con la sua capacità di oltre tremila fedeli, non
perde una particolare carica di misticismo: l’attenzione è concentrata
verso la stele-trono in cui è esposta l’Immagine della Vergine.
Già eretto a parrocchia nel marzo 1969, nel corso degli anni successivi
si è arricchito di artistici elementi decorativi. All’esterno:
una torre campanaria, alta e svettante, dotata di ben nove campane e di una
croce che di notte si illumina, come stella polare indicante la rotta della
fede verso cui tendere; un monumento a S. Giuseppe Marello, Fondatore dei Giuseppini
e a S. Pio da Pietrelcina; campi sportivi per l’oratorio parrocchiale
e sistemazione di un giardino per una sosta riposante dei pellegrini. All’interno:
due mosaici sulla parete di fondo, raffiguranti misteri della vita di Maria,
e uno nella cappella del Santissimo; stupende vetrate istoriate che rendono
l’interno del tempio come un catechismo aperto. Nei locali sotterranei è stato
allestito un museo della devozione popolare verso la Vergine, unito alla sala
degli exvoto.
Oggi il Santuario dello Sterpeto, con le sue numerose iniziative pastorali,
grazie al generoso lavoro dei Padri Giuseppini, è senza dubbio un grande
centro di spiritualità e di preghiera, meta di migliaia di fedeli che
vi accorrono per la celebrazione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia,
per giornate di ritiro e incontri, per ascoltare una parola amica nelle difficoltà della
vita, soprattutto per deporre nel cuore della “Mamma bella” i segreti
e le lacrime dell’anima e chiedere fiduciosamente grazie e protezione. |