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IL BOLLETTINO - Sacerdoti del Signore... benedite il Signore

Il Servo di Dio
mons. Angelo Raffaele Dimiccoli e il suo sacerdozio

Che dire dei suoi discorsi in occasione della morte dei Pontefici Benedetto XV nella chiesa di S. Giacomo M. in Barletta, attraverso i quali fece rivivere i fasti del suo Pontificato e la grande impressione e commozione che suscitò nell’uditorio la chiusura del discorso per la morte di Pio X. In tono profetico egli disse con le lacrime agli occhi: “La Chiesa ne farà un santo, la storia un grande Papa!”. Parole verificatesi a distanza di 40 anni. Menzione meritano i discorsi per le prime Messe Solenni e dei Giubilei Sacerdotali di vari sacerdoti di Barletta, specialmente di quelli da lui stesso coltivati nel suo Oratorio: sono tutti un apologia sul-l’essere e storia del Sacerdozio Cattolico.
Non voleva che si parlasse male di nessuno e tanto meno dei sacerdoti, perché ministri di Dio!
Un giorno parlando con i miei amici mi sfuggì questa espressione: “Il Sacerdote ha le stesse miserie come tutti gli altri uomini”. Il Direttore mi sentì e mi richiamò dicendo: “Bisogna presentare il Sacerdote come un altro Cristo perché ha ricevuto il Sacramento dell’Ordine Sacro”, e ci invitò a pregare per loro. Per lui il clero andava in ogni caso difeso e la carità era al di sopra di tutto ed evidenziava dicendo: “A Barletta abbiamo delle perle di sacerdoti santi e preparati - si riferiva a - don Romeo Russo, don Sabino Cassatella, don Antonio Marano e Mons. Scuro”. (P.DB.)
Ogni 1° giovedì di mese, nel-l’Oratorio si faceva l’ora di adorazione per le Vocazioni Sacerdotali e Religiose, ogni giorno dopo la Comunione si recitava la preghiera per la santificazione del clero. Il Direttore era solito dire e ci esortava a ripeterlo: “Grazie Gesù di averci dato con l’Eucaristia il Sacerdozio Cattolico”.
Ai novelli sacerdoti consigliava: “Nel primo Momento chiedete al Signore una grazia particolare l’otterrete facilmente.” “Novello sacerdote, - il Direttore mi ricordava - per un sano apostolato sacerdotale prima di tutto c’era bisogno di una profonda vita di pietà e molto zelo per le anime” (don Donato Lionetti).
Per le ordinazioni sacerdotali dei suoi figli oratoriani, il Direttore pregava l’Arcivescovo che avvenissero nell’Oratorio affinché tutta la Comunità potesse ammirare e apprezzare il Sacerdozio Cattolico e lui stesso organizzava la preparazione spirituale ed accademie di circostanza.
Partecipava intimamente e fraternamente alle gioie dei confratelli sacerdoti. Il suo cuore sacerdotale esultò di fraterna gioia quando apprese, che su proposta del nostro Arcivescovo, Mons. Reginaldo Giuseppe M. Addazi, 4 sacerdoti del clero barlettano erano stati nominati dal S. Padre Pio XII: “Prelati Pon-tifici”. Grato dell’onore dato alla nostra città, volle che la curia arcivescovile assumesse la direzione delle cerimonia del possesso: il 19 marzo 1954. Formulò egli stesso il programma e diramò appositi inviti.
Nella ricorrenza del possesso dei Nuovi Parroci e Canonici il suo dono preferito era far pervenire al neo eletto il telegramma con la benedizione del S. Padre, che egli stesso leggeva personalmente in chiesa il giorno della festa. Soleva dire: “Chi sta con il Papa sta con Dio”.
Per il 33° di fondazione dell’as-sociazione Azione Cattolica nella Parrocchia di S. Maria della Vittoria in Barletta, il Presidente invitò i partecipanti a firmare il registro delle presenze. Il Servo di Dio firmò: “Sac. Raffaele Dimiccoli.” Il Presidente Filograsso scherzando gli disse: “Monsignore perché non ha specificato il titolo che le spetta? cioè Vicario?” Il Servo di Dio rispose: “C’è qualcosa o qualcuno superiore al Sacerdozio? Il ‘Mons.’ non ha importanza, non serve a nulla, la dignità del sacerdozio è superiore a tutto e a tutti”.
Questo suo particolare “carisma” di amore per la gloria e la grandezza del sacerdozio cattolico l’ha vissuto fino agli ultimi giorni di sua vita.
La sera dell’ultimo martedì santo prima di morire mi disse: “Domani, andando a Messa, offri il Santo Sacrificio dell’Altare in riparazione del tradimento di Giuda e per i Sacerdoti che tradiscono la loro vocazione” (Angelina Sfregola).
Oggi si pensa a lui come ad una personalità sacerdotale, che ha impresso uno stile di cristiano che vive in tutti coloro che hanno usufruito del suo sacerdozio o ne hanno sentito parlare.
Grati al Signore per il dono di questo eletto suo Ministro e per il bene da lui operato, eleviamo la nostra impetratoria preghiera affinché tramite la Chiesa gli venga attribuito l’onore meritato per le sue apostoliche fatiche: “La gloria dei Santi.”

Dicuonzo M. Ruggero
Rogazionista

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