Battesimo di Gesù a cura di P. Domenico Iacobellis Ancora il tempo non si è deciso per il bello e la primavera è stata fermata alla porta da un marzo capriccioso. Mamma Caterina, malgrado le proteste dei suoi cuccioletti, decide che non è bene rischiare un malanno e li tiene in casa. – Allora raccontaci di quel profeta – dice Mariagrazia che già ha avuto sentore dell'argomento della serata. – Sì; mettetevi qui vicino e cominciamo subito perché il racconto è molto lungo e non so se la bella addormentata ci darà il tempo necessario. Tutti pensano a Barbara immobile nel lettino e pregano l'angelo custode che le tenga ben chiusi gli occhi. – Dovete sapere, miei cari bambini – comincia la mamma – che Gesù ebbe un precursore. – E cos'è questo precursore? – chiede Stefano che vuol capire bene il racconto. – È come uno che va avanti ad annunciare l'arrivo di un grande personaggio. Sarebbe come la polizia che precede il papa o il presidente. – In un certo modo sì o meglio come l'aurora avverte gli uomini che sta per sorgere il sole. Il precursore di Gesù si chiamava Giovanni ed era nato dalla cugina della Madonna, S. Elisabetta. – Sì, ricordo, interviene ancora Stefano, la Madonna andò sui monti a farle visita ed assisterla nel parto. – Certo e il bambino che nacque fu subito un essere tutto particolare, perché Dio lo aveva destinato ad avvertire il mondo della venuta del Redentore. Appena giovinetto lasciò i suoi genitori e si ritirò nel deserto e lì visse molti anni nel digiuno e nella penitenza. Si vestiva di pelli di animali, mangiava erbe e miele selvatico e pregava meditando la parola divina. Mentre Gesù si trovava ancora a fare il falegname a Nazareth, egli uscì dal deserto e cominciò a predicare. Percorreva le rive del fiume Giordano e alle folle che lo ascoltavano diceva: «Preparate i vostri cuori, pentitevi dei vostri peccati perché il Redentore sta per venire». Poi, guardando in faccia i suoi ascoltatori, gridava: «Voi, mercanti, restituite quello che avete rubato; voi, soldati, non fate del male alla gente; voi ricchi che avete due o tre mantelli, datene almeno uno a chi non ne ha». E non aveva peli sulla lingua, perché parlava in nome di Dio e battezzava nelle acque del Giordano coloro che si mettevano a fare penitenza. – Il nostro battesimo? - chiede Mariagrazia. – No: era un battesimo che non rendeva figli di Dio, ma disponeva le anime ad accogliere la parola divina con il rinnegare i peccati e col desiderio della redenzione. Passarono alcuni mesi e tutta la Palestina cominciò a parlare di quel profeta. La gente si domandava: «Sarà lui il Messia?». Molti dicevano di no, perché secondo loro il redentore doveva essere un guerriero che avrebbe cacciato i romani che dominavano la loro patria. Anche i capi del popolo che stavano a Gerusalemme s'impensierirono e mandarono ambasciatori da Giovanni a chiedergli chi fosse. E quell'uomo austero dette loro una risposta precisa: « Io non sono il Cristo. Io sono soltanto la voce di Dio che grida nel deserto: preparate la strada a colui che deve arrivare e al quale lo non sono degno di sciogliere i legacci dei calzari». Allora tutto il popolo seppe che Giovanni non era l'atteso salvatore e cominciò a chiedersi quando questi sarebbe comparso. Finalmente un giorno Gesù si presentò con alcuni suoi discepoli lungo le rive del Giordano e si mise fra la folla ad ascoltare Giovanni. Quando però costui vide il maestro di Nazareth, interruppe il discorso e fra la meraviglia di tutti, gridò, indicando Gesù: «Ecco il Messia, ecco l'agnello di Dio!». – E la gente? - domanda Mariagrazia conquistata dalla bellezza della scena. – Ci fu un forte mormorio; tutti conoscevano Giovanni, ma nessuno aveva sentito parlare di quel profeta di Nazareth e rimasero lì incerti su quello che dovevano fare. Ora avvenne che Gesù, mentre tutti tacevano, chiese a Giovanni di essere battezzato. – Semmai doveva essere Gesù colui che battezzava Giovanni – interviene Stefano con fermezza. – Sì, anche il precursore disse proprio la stessa cosa: «Sono io che devo essere battezzato da te e tu invece vieni a me?». Ma Gesù gli tolse ogni scrupolo con un richiamo alla volontà di Dio: «Lascia fare, gli rispose, è conveniente che adempiamo ciò che piace al Padre». E lì, davanti ad una folla muta e silenziosa, Giovanni prese con una conchiglia dell'acqua del Giordano e la versò sulla fronte del maestro divino. Allora non la gente, ma il profeta, vide i cieli aprirsi e udì una voce che diceva: « Questo è il mio figlio diletto, nel quale mi son compiaciuto», mentre una bianca colomba si posava sopra Gesù. – Una colomba? - chiede Mariagrazia – Era proprio un animale? – No, tesoro... era solo una immagine dello Spirito Santo, la terza persona della Santissima Trinità. – Per questo nelle chiese, su in alto, si vede una bella colomba – interviene Stefano. – Sì, bambini; e in quel momento il battesimo di Giovanni cessò di esistere e fu istituito da Gesù il vero battesimo, quello che cancella il peccato originale e fa diventare la nostra anima tempio dello Spirito Santo che scende ad abitare in noi. – Venne anche su me una colomba nel giorno del battesimo? – domanda Mariagrazia che è mossa da curiosità. – No: Dio è spirito e l'amore di Dio venne nella tua anima per le vie dello Spirito. Si tratta però dello stesso Spirito Santo che su Gesù apparve in un «modo» che, a chi guardava, sembrò una colomba. Ma ora basta con questi discorsi un po' difficili. Per chiudere questa serata dovete sapere che da quel momento il compito di Giovanni era terminato e Gesù entrava pubblicamente in mezzo al popolo a iniziare la sua predicazione. – E Giovanni? – chiede Stefano che conosce già quello che gli succederà. – Vedremo domani sera la sua fine: per stasera basta e giacché Barbara dorme ancora, voi fate le vostre lezioni e io comincerò a preparare la cena. I due bimbi prendono in mano i quaderni, ma la loro mente è ancora lì vicino alla fresca acqua del Giordano, dove i cieli un giorno si squarciarono e una colomba misteriosa volò sopra al Salvatore. << torna all'indice della rubrica << torna al sommario del bollettino |