Offriamo in questo tempo di Natale alcuni pensieri di San Giuseppe Marello su Gesù bambino. Accogliamo questi suoi insegnamenti con docilità e proviamo ad avvicinarci al Presepe con fede. In questi giorni raccomandiamoci in modo speciale al bambino Gesù: avviciniamoci a quella santa culla e contempliamo devotamente il celeste pargoletto, che ci parla del suo grande amore per gli uomini. Egli tiene nelle sue manine tante piccole croci che vuol dispensare ai suoi più cari adoratori. Accettiamo anche noi la nostra parte. Queste croci, poste vicino alla sua, non sono più croci e anche se lo fossero avendo riposato sul suo Divin Cuore hanno perso tutta quella amarezza, quel peso che avrebbero naturalmente se il buon Gesù non le avesse rese dolci e leggere col suo grande, ineffabile amore. Di tutte queste piccole croci formiamo una piccola corona che deporremo ai piedi di Gesù Bambino nel giorno del santo Natale perché egli voglia guardarci con occhio benigno e ricolmarci delle sue grazie e benedizioni. Ricordiamo questa bella scena quando ci presentiamo alla santa comunione e preghiamo Maria SS. Di concedere anche a noi, come a Simeone, il Bambino Gesù. Noi portiamo Gesù e Gesù porterà noi colla sua grazia. Teniamoci sempre stretti fra le braccia questo dolce pegno e siccome non potremo sempre stare là nel tempio con Maria a godere delle spirituali benedizioni, portiamo Gesù in mezzo alle nostre preoccupazioni, anche le più materiali. Gesù Bambino si fece povero per arricchirci, debole per fortificarci. Pensiamo a Gesù Bambino e così avremo confidenza; pensiamo a Gesù giudice e non abuseremo della sua dolcezza. Guardiamo a Gesù Bambino che ha le mani piene di grazie, guardiamo a Gesù giudice che con quelle mani maledirà i reprobi; così non diffideremo e non presumeremo. Pensiamo sempre a Gesù, a tutti i rapporti che abbiamo con Lui, a tutti gli avvenimenti e i misteri della vita, della nascita fino all’ascensione, studiandoci di passare bene e santamente tutte le sue feste. Senza Gesù saremmo dei poveri miserabili, peggio delle creature irragionevoli; con Gesù siamo quasi angeli. Riguardiamo Gesù come fratello, come amico, come maestro, come giudice. Maria e Giuseppe furono le anime che meglio prepararono le vie al Signore. Noi pertanto dobbiamo imitare quei due esemplari se vogliamo prepararci convenientemente alla venuta di Gesù Bambino: perciò prima dovremo considerare attentamente la loro condotta e poi praticare fedelmente quelle virtù che essi esercitarono, specialmente l’umiltà, la pazienza, l’uniformità alla volontà di Dio. Oggi la santa Chiesa chiude le feste Natalizie propronendoci come un riassunto di tutte le feste passate. Siamo ancora profondamente impressionati dai sentimenti destatisi in noi nel ricordare la nascita del divin Salvatore. La nostra mente è ancor piena delle care visioni di Betlemme e il nostro cuore è tuttora pieno di tanti affetti verso il celeste Pargoletto. Attorno al santo Bambino le visioni belle e melanconiche si intrecciano: dapprima vediamo Gesù nascere in quell’oscura e misera grotta nella compagnia di Maria e Giuseppe: intorno tutto è squallore, povertà, mestizia, e il nostro cuore si addolora a questa vista. Ma ecco tosto la luce divina, che viene ad illuminare con grande splendore quella grotta oscura, mentre innumerevoli schiere di angeli vengono a rendere gloria al Verbo Incarnato, cantando lietamente il “Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis”, Pace, pace! Che dolce parola! Abbiano la pace del Signore tutti quelli che lo servono fedelmente, abbiano questo bel tesoro di vita eterna. |